Aggregatore di feed
Immigrati: una direttiva UE per voto alle amministrative
Una direttiva dell’Unione europea per concedere il diritto di voto nelle elezioni amministrative ai cittadini stranieri stabilmente residenti nei Paesi membri.
È la richiesta che viene da Palermo dove le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sono impegnate in una quattro giorni sul tema del lavoro e dell’immigrazione in Europa (La migrazione nell’Unione europea tra mercato del lavoro, diritti e sicurezza).
Sono circa 20 milioni gli immigrati non comunitari legalmente residenti in Europa (oltre 3 milioni e mezzo in Italia, secondo l’Istat). Ma solo alcuni Paesi europei concedono il voto agli stranieri che non provengano dai Paesi membri. La Svezia dal 1975. La Danimarca dal 1981. L’Olanda dal 1985. La Norvegia dal 1993. E poi la Svizzera, l’Irlanda, il Belgio e il Lussemburgo. In altri Paesi, tipo la Francia, la questione è dibattuta da decenni. In altri ancora, l’Italia tra questi, «è forte l’azione di ostruzionismo da parte di alcune forze politiche», affermano le Acli, che con altre organizzazioni della società civile sostengono la campagna “L’Italia sono anch’io”, per il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli stranieri che nascono in Italia e il voto alle elezioni amministrative agli immigrati stabilmente residenti.
«È tempo di costruire finalmente una politica comune europea sul tema dell’immigrazione – afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero – che porti i singoli Paesi a favorire l’integrazione sociale e il riconoscimento dei diritti dei cittadini migranti, a partire dal lavoro e dalla cittadinanza.
Le istituzioni europee stanno tentando da tempo di realizzare a questo scopo un’armonizzazione delle normative e degli strumenti di intervento.
Ma fino ad oggi gli Stati dell’Unione hanno coniugato la questione immigrazione soprattutto sul piano della sicurezza, allontanando di fatto il raggiungimento dei diritti di cittadinanza».
È un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, introdotto per forza di una direttiva europea, che viene concesso dopo cinque anni di residenza e a fronte di un reddito minimo di sussistenza. «Ora occorre fare un passo in avanti – afferma Olivero – ed emanare una nuova direttiva per arrivare in tutti i Paesi dell’Unione al riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative».
«La scommessa dell’integrazione – conclude il presidente delle Acli – si gioca in gran parte sul piano dei territori, delle comunità, degli enti locali, e quello del voto rappresenta un passaggio ineludibile per l’assunzione di precisi diritti e doveri da parte degli immigrati e delle stesse istituzioni. Un passaggio fondamentale per la stessa costruzione dell’unità politica e non solo economica dell’Unione europea»
In Italia, secondo l’Istat, i cittadini non comunitari regolarmente presenti sono 3.637.724 (+102mila dal 2011), di cui oltre la metà (1.896.223, 52%) “soggiornanti di lungo periodo” (erano 1.638.734 nel 2011). I Paesi di cittadinanza più rappresentati sono Marocco (505.369), Albania (491.495), Cina (277.570), Ucraina (223.782) e Filippine (152.382). I minori non comunitari presenti in Italia rappresentano il 23,9% degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti.
Ciitadinanza: da nuova legge svolta per integrazione
Lo ha affermato da Palermo il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, intervenendo al seminario promosso dal Patronato Acli: “Integrazione, legalità, cittadinanza. Una scommessa per tutti. Il nuovo volto dell’immigrazione”. L’appuntamento ha aperto nel pomeriggio la quattro giorni organizzata dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul tema del lavoro e dell’immigrazione in Italia e in Europa, con il sostegno della Commissione europea e del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza).
«Occorre lavorare sull’integrazione a partire dagli italiani – ha aggiunto Olivero - rimuovendo pregiudizi e aprendo gli occhi sui fatti. Non mancano infatti le difficoltà nella convivenza, ma la realtà ci dice che l’immigrazione da tempo sta offrendo all’Italia un grande contributo sul piano del benessere economico e sociale, a partire dalla crescita demografica».«Pil demografico» lo ha chiamato Gian Carlo Blangiardo, dell’Università Bicocca di Milano/Ismu, intervenendo al seminario. Cioè «il patrimonio demografico collettivo di un Paese, il futuro che abbiamo. Ed il primo contributo degli immigrati per l’Italia – ha detto - è in questo campo». Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo, ha ribadito «il ruolo fondamentale della cultura, della scuola e delle università in particolare per l’integrazione degli studenti stranieri con il territorio e le istituzioni».
Marco De Giorgi, delll’Ufficio nazionale per le discriminazioni razziali (Unar) ha citato i 1000 casi di discriminazione segnalati nel corso dell’anno, parlando della crescita di un nuovo tipo di razzismo, «che fa percepire la discriminazione come accettabile e finisce per autorizzare indirettamente la violenza».Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli, ha raccontato i 10 anni di servizio accanto agli immigrati e «l’integrazione quotidiana cresciuta col tempo davanti agli sportelli, fra gli utenti italiani, spesso anziani e pensionati, e gli stranieri, accumunati da bisogno di assistenza e tutela. I servizi sociali – ha ribadito - sono un canale privilegiato per la promozione dei diritti e l’integrazione dei cittadini immigrati».
«Un lavoro che ha costretto la stessa associazione a rinnovarsi e ripensarsi» ha aggiunto Santino Scirè, vicepresidente nazionale e presidente delle Acli siciliane. E Olivero ha concluso: «Si deve aprire ora una nuova fase per le Acli. Dobbiamo diventare associazione di migranti, non solo di servizi per stranieri. Dobbiamo dare maggiore voce e protagonismo ai cittadini immigrati».
Infine, l’intervento del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, che ha ricordato «l'immigrato Giovanni Paolo II» il suo "vengo da lontano, se mi sbaglio mi corrigerete". «Dinanzi a un mondo globalizzato – ha detto – serve una visione globale, non globalizzante, con al centro la persona umana».Obama: Olivero, ha vinto il presidente del welfare
«Nonostante le difficoltà, le fatiche e le contraddizioni – spiega Olivero – è stato eletto, nel Paese forse più liberista e antistatalista del mondo, un presidente che ha fatto della riforma del welfare il cardine della suo programma di Governo, che ha affermato la necessità che gli Stati intervengano in tempo di crisi in ambito sociale con misure coraggiose».
«È un segnale per noi carico di speranza» continua il presidente delle Acli. «Anche in Italia la riforma del welfare ha bisogno di scelte coraggiose. Anche in Italia chi scommette sulle politiche sociali può trovare il consenso dei cittadini e vincere le elezioni. Obama ha offerto agli americani la possibilità di guardare con fiducia il futuro.
"Il meglio deve ancora venire" ha detto. Abbiamo bisogno di poterlo dire anche noi per il futuro nostro Paese. La politica deve saper offrire questa visione».
Immigrazione e lavoro in Europa. Da domani le Acli a Palermo
Se ne parlerà a Palermo a partire da domani, mercoledì 7 novembre, per una quattro giorni di respiro internazionale promossa dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Sono oltre 200 milioni i migranti nel mondo secondo le stime delle Nazioni Unite, il 3% della popolazione totale. L’Europa è la destinazione principale verso cui si orienta il 32,6% dei migranti. Al 1° gennaio 2011 la popolazione straniera presente in Europa era pari a circa 40 milioni, l’8% della popolazione residente, con un aumento percentuale dal 2002 del 179% (Eurostat).
In Italia gli immigrati regolarmente presenti sono oltre 5 milioni (Caritas), l’8,3% sul totale della popolazione. Il 12,8% di questi risiede al Sud.
In Sicilia l’Istat ne contava oltre 140 mila nel 2011, la seconda tra le regioni meridionali per presenza di stranieri, dopo la Campania.
«Il fenomeno delle migrazioni ha assunto negli ultimi 20 anni una dimensione crescente – affermano le Acli – ed è destinato ad aumentare per ragioni di natura demografica oltre che per gli effetti della crisi economica internazionale e, per quanto riguarda l’Europa, dei rivolgimenti politici che hanno interessato il bacino del Mediterraneo e il vicino Oriente. Di fronte a questo scenario, dalle caratteristiche niente affatto congiunturali, è necessario fuggire ogni logica emergenziale e porre mano a politiche e interventi che vadano nella direzione di valorizzare l’apporto – già consistente – della popolazione immigrata allo sviluppo economico, sociale e culturale dei Paesi dell’Unione, dell’Italia in primo luogo».
Si parte domani, mercoledì 7 novembre, con il seminario nazionale promosso dal Patronato Acli a Palermo: “Una scommessa per tutti: il nuovo volto dell’immigrazione per rinnovate scelte di impegno reciproco”. Dalle 15.00 presso la sede delle Acli regionali in via Francesco Crispi 120. Intervengono: Santino Scirè, presidente delle Acli siciliane e vicepresidente nazionale delle Acli con delega all’immigrazione; Gian Carlo Blangiardo, dell’Università “Bicocca” di Milano / Ismu; Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo; Marco De Giorgi, dirigente generale dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar); Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli; infine, Andrea Olivero, presidente nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Giovedì mattina, 8 novembre, presso il Grand Hotel Federico II (Via Principe di Granatelli 60), Assemblea generale della Fai, la Federazione delle Acli internazionali, con i rappresentanti degli italiani presenti all’estero in 18 Paesi del mondo. Tra i temi che verranno affrontati, quello della cittadinanza in Europa.
Il pomeriggio di giovedì, al Grand Hotel Federico II, prenderà il via il seminario internazionale di studi “La migrazione nell’Unione Europea tra mercato del lavoro, diritti e sicurezza”, promosso dalle Acli con il sostegno della Commissione europea e del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza).
Lo scenario delle migrazioni e il contributo dell’immigrazione allo sviluppo socio-economico dell’Unione europea sono i temi della prima giornata, che vedrà intervenire tra gli altri, dalle ore 15.00: Piergiorgio Sciacqua, co-presidente del Centro europeo per i problemi dei lavoratori; Luis Miguel Pariza Costaños, presidente del gruppo permanente migrazioni e integrazione del Cese (Comitato economico e sociale europeo) e presidente del bureau del Forum europeo integrazione; Salvatore Palidda, docente di sociologia dei processi migratori e sociologia delle migrazioni all’Università degli studi di Genova.
Alle 18, trasferimento alla Chiesa di S. Gaetano, al quartiere Brancaccio, per ricordare e rendere omaggio a quanti hanno dato la vita per la giustizia e la legalità: da padre Pino Puglisi a Giuseppe Falcone e Paolo Borsellino.
Venerdì 9 novembre, seconda giornata del seminario internazionale. Sessione mattutina dedicata al tema del “Lavoro dignitoso in migrazione: tra disparità e diritti”.
Intervengono tra gli altri, dalle ore 9.00, Maria Gallotti, specialista in politiche migratorie dell’Oil, l’Organizzazione internazionale del lavoro; Marco Cilento, consigliere della Confederazione europea dei sindacati (Ces); Rafael Rodriguez-Ponga y Salamanca, presidente della Piattaforma internazionale per la cooperazione e la migrazione.
Nel pomeriggio, esperienze e buone pratiche di integrazione lavorativa e sociale. Con Flavio Zanonato, sindaco di Padova, delega alla sicurezza e all’immigrazione per l’ufficio di presidenza Anci; Anne Pernelle Richardot, vicesindaco di Strasburgo con delega alla cittadinanza e al Consiglio dei residenti stranieri; Giusto Catania, assessore della città di Palermo con delega alla partecipazione alle migrazioni; Sissy Ghali, redattrice di Yalla Italia, blog delle seconde generazioni; Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel, di Gioiosa Jonica.
Sabato 10 novembre, la chiusura della quattro giorni, con la tavola rotonda sulle “Politiche migratorie di integrazione tra diritti e sicurezza”, coordinata dal vicepresidente Fai e responsabile del dipartimento “Rete mondiale” delle Acli, Michele Consiglio.
Intervengono: Giuseppina Maria Nicolini, sindaco di Lampedusa; Patrizia Toia, parlamentare europea; Luca Jahier, presidente del Terzo gruppo Cese; Andrea Olivero, presidente nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Gettare in Dio tutto quello che si ha
Ridonare la vita ricevuta in dono dal Signore è segno di sapienza e gratitudine. Ridonarla al Signore è anche donarla ai fratelli che il Signore quotidianamento frequenta.
Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù nel tempio 38 diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
43 Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù continua la sua catechesi al popolo, mettendolo in guardia dall’ipocrisia degli scribi, non però in quanto interpreti della legge (almeno non in questo brano). Gesù li descrive come persone molto attente alla loro immagine pubblica, che sono contente di essere riconosciute e salutate nelle piazze, luoghi di ritrovo per eccellenza a quell’epoca, di essere considerati delle autorità religiose e, per questo, sedere ai primi posti nelle cerimonie religiose e nelle occasioni di festa civili. Inoltre essi commettono ingiustizia non proteggendo le vedove, anzi approfittandosi di esse togliendo loro i beni ereditati. Infine usano mostrarsi in preghiera per lungo tempo, non per entrare in relazione con il Signore, ma solo per mostrarsi come persone devote agli occhi del popolo. Essi fanno un uso ipocrita del loro statuto di uomini che si occupano delle cose di Dio, non per coltivare una autentica relazione con Dio, ma per conquistare uno status sociale di privilegi. Il giudizio di Gesù nei loro confronti è che la loro condanna sarà più severa rispetto ad altri che compiono le stesse azioni, perché l’uso pervertito della religione nel loro caso è più grave, in quanto la frequentazione di Dio dovrebbe portarli a una maggiore purezza di cuore, invece di utilizzarla a proprio vantaggio personale.
(leggi tutto nel documento correlato sotto l'immagine a sinistra)
Elezioni: Olivero, "Lavorare per vera maggioranza"
''Pur nella soddisfazione per la vittoria, occorre riconoscere che il centro-sinistra non allargato, l'alleanza Pd-Udc, non riesce ad avere la maggioranza politica per governare. Occorre quindi lavorare a livello nazionale perchè quella alleanza possa avere la forza e il consenso per disporre domani di una vera maggioranza politica capace di governare il Paese. Altrimenti il rischio è quello di dover ricorrere a larghe intese tra forze non omogenee, che vuol dire governi paralizzati e incapaci di scegliere''.
Lo ha detto all'agenzia Ansa il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, tra i firmatari del manifesto Verso la Terza Repubblica. Olivero ha affidato anche a Twitter un commento sui risultati delle elezioni sull'Isola. ''In Sicilia un elettore su due sta a casa e il M5S e' il primo partito. Qualcuno ancora dubita - ha scritto - che serva un'offerta politica nuova?''.
E ancora: "In Sicilia il Pd e l'Udc uniti alla società civile vincono. E Sel sta a guardare... Era così folle il disegno delle Acli ad Orvieto?"
Le Acli in Terra Santa con la Tavola della Pace
Oltre 200 studenti, giovani, insegnanti, amministratori locali, sportivi, giornalisti, esponenti di gruppi e associazioni porteranno un messaggio di pace e di promozione del dialogo, tentando di capire il contributo che possono dare la società civile e le istituzioni italiane ed europee.
L'iniziativa è promossa dal Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani, con il patrocinio del ministro della Cooperazione internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, in collaborazione con la Rete europea degli Enti locali per la pace in Medio Oriente, la Regione Umbria e la Tavola della Pace.
La missione di pace prevede, tra le numerose iniziative, l'incontro con l'ufficio Onu di coordinamento degli Affari umanitari nei Territori palestinesi occupati, la visita al museo dell'Olocausto, ai campi profughi di Betlemme, il confronto con le famiglie, le associazioni e gli enti locali palestinesi e israeliani.
L'Unione sportiva Acli, tradizionalmente impegnata ad affermare lo sport come via per la pace e il dialogo tra i popoli, ha organizzato all'interno della missione partite amichevoli di calcio e calcio a 5 e donerà palloni e divise da gioco a gruppi sportivi e squadre locali.
Verso la Terza Repubblica. L'appello della società civile
"Per uscire dalla crisi italiana è urgente aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto di milioni di italiane e italiani, in continuità di quanto di meglio ha realizzato il Governo di Mario Monti".
Così inizia il manifesto "Verso la Terza Repubblica", documento di convocazione della "società civile" per il "rinnovamento della politica". In vista di un primo appuntamento fissato per sabato 17 novembre a Roma: una grande assemblea aperta a tutti i cittadini. Un appello alla mobilitazione rivolto alle forze sociali, alle culture civiche, alle personalità e le realtà associative "capaci di contribuire attivamente alla rigenerazione del governo e della nazione", per una "presa di responsabilità corale" di fronte alla crisi del Paese.
Il presidente nazionale delle, Acli Andrea Olivero, ha sottoscritto il manifesto insieme a molti altri esponenti autorevoli del mondo civile, sociale, sindacale, culturale ed economico. Tra questi il ministro Andrea Riccardi, il segratario generale della Cisl Raffaele Bonanni, il presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, lo scrittore Edoardo Nesi, vincitore del premio Strega nel 2011.
Il documento chiede "un urgente e radicale cambiamento della politica e una sua estesa apertura alla società civile", sapendo che "questa soluzione non verrà dai partiti politici come li conosciamo". Immagina una "Italia migliore"capace di "restituire dignità al lavoro sia come servizio pubblico che come intrapresa privata, tornare a considerare i cittadini singoli e associati e le famiglie come protagonisti e responsabili del bene comune e tutelare i più deboli".
Si propone di rispondere alla crisi di fiducia dei cittadini verso le istituzioni "rafforzando i processi democratici e la loro trasparenza, contrastando la corruzione, potenziando la vigilanza sui conflitti di interesse che rappresentano una vera minaccia per qualsiasi società giusta e libera".
Il presidente delle Acli ha commentato così l'iniziativa: "Culture diverse, ma non antitetiche e storicamente abituate a cooperare provano oggi a gettare le basi per un nuovo progetto volto a creare partecipazione e nuovo impegno civico. Non sappiamo quale sarà l'esito, ma sentiamo forte il dovere di essere protagonisti, come lo siamo stati in tutte le fasi cruciali della storia del Paese".
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Olivero ribadisce: "Noi siamo riformisti" e "stiamo nello schieramento riformista", "vogliamo spronare il centrosinistra a cambiare". "Pensiamo che in questo Paese si sia cambiato troppo poco. Che sia mancato il coraggio". "In questo momento c'è troppa antipolitica, uno scollamento troppo profondo con la società: se non si rinnova l'offertà, difficilmente ci sarà una partecipazione autentica dei cittadini". Questa iniziativa è una "scommessa", aggiunge. "Abbiamo convocato la prima assemblea, vogliamo dare un segnale forte".
Istantanee dal mondo: l' "innovazione"negli scatti fotografici del concorso delle Acli
«Persone, saperi, strumenti e visioni che realizzano oggi i mondi di domani». Promosso dalla ong Ipsia. Scadenza il 31 gennaio 2013.
In collaborazione con Internazionale, Altreconomia, Popoli, Terre di Mezzo, Unimondo, Valori, Volontari per lo sviluppo
E' dedicata al tema della «innovazione» la quarta edizione del concorso fotografico "Istantanee dal mondo", promosso dalle Acli attraverso la ong Ipsia e volto a raccontare attraverso gli "scatti" la cooperazione internazionale allo sviluppo: «persone, saperi, strumenti e visioni che realizzano oggi i mondi di domani».Gratuito ed aperto a tutti, è possibile partecipare al concorso con un massimo di 5 fotografie, scattate in qualunque parte del mondo in qualunque momento, purché non abbiano partecipato a precedenti edizioni di questo o altri concorsi. Le opere devono essere inviate in formato digitale all'indirizzo ipsiaconcorso@gmail.com entro il 31 gennaio 2013.
Il materiale pervenuto sarà pubblicato sul sito Ipsia (www.ipsia-acli.it ) e giudicato da una giuria tecnica e una valutazione popolare sul web. Le foto migliori saranno premiate con abbonamenti a riviste, pubblicazioni e corsi di formazione online.
"Istantanee nel mondo" è realizzato in collaborazione con Internazionale, Altreconomia, Popoli, Terre di Mezzo, Unimondo, Valori, Volontari per lo sviluppo.
Nell'ultima edizione sono state presentate 282 fotografie scattate da 55 fotografi in 42 diversi Paesi del mondo. Lavoro, donne, abitare e volontariato i temi trattati negli anni passati. Dal concorso sono nate due mostre fotografiche: "Workshoots. Scatti di lavoro" e "Un mondo messo a fuoco. Le sfide globali ancora aperte nell'obiettivo dei viaggiatori del mondo".
"Istantanee dal mondo" si inserisce quest'anno fra le azioni del progetto "On the stage. Arti e comunicazione sociale per l'impegno giovanile a Scutari", cofinanziato dal Comune di Milano all'interno del bando Milano per il co-sviluppo 2010. Una sezione specifica del concorso è dedicata alle foto e ai fotografi dall'Albania.
Per partecipare è necessario sottoscrivere il regolamento e compilare la scheda di iscrizione sul sito Ipsia.
Essere vicini al Regno di Dio
Si entra nel regno di Dio se ci si fa discepoli di Gesù per vivere il comandamento dell'amore di Dio con tutto se stessi e il comandamento dell'amore del prossimo come se stessi.
Marco 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: 28 «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". 31 Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
32 Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
34 Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Lo scriba che si avvicina a Gesù gli pone la domanda che allora, e anche oggi, voleva risolvere la questione fondamentale del senso della vita per l’uomo. Il primo comandamento è quello che, se messo in pratica, offre la possibilità concreta di vivere felicemente in comunione con Dio e i fratelli.
Gesù non si tira indietro e propone allo scriba due testi, uno del Deuteronomio (6,4-5), e l’altro del Levitico (19,18). Il primo comandamento è quello di amare Dio con tutto se stessi. Tuttavia, per non essere frainteso, Gesù gli accosta il secondo che lo esplicita: amare Dio con tutto se stesso vuol dire amare il prossimo con tutto se stessi, perché Dio ama i nostri fratelli e noi dello stesso identico amore che dà la vita.
(leggi tutto nel documento correlato sotto l'immagine a sinistra)
Giovanni Bianchi eletto presidente dei partigiani cristiani
Giovanni Bianchi, già presidente nazionale delle Acli, è il nuovo presidente dell'Associazione nazionale dei partigiani cristiani. L'elezione è avvenuta questa mattina nel corso del XVI Congresso nazionale dell'associazione, a San Donato Milanese, nell'ambito di un'intesa con le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani per il rilancio della memoria della Resistenza e dei valori della Costituzione.
«Senza il valore, la dedizione e il sacrificio dei protagonisti della lotta partigiana – ha ricordato intervenendo al Congresso il vicepresidente nazionale delle Acli, Gianni Bottalico – la nostra Repubblica, tutto l'associazionismo democratico e le stesse Acli non sarebbero esistite».
L'Associazione Nazionale dei Partigiani Cristiani (Anpc) è stata fondata nel 1947 da Enrico Mattei, di cui quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della tragica morte. Comandante partigiano, fondatore dell'Eni e grande amico delle Acli, di quelle milanesi in particolare, la sua figura è stata ricordata nell'ambito del Congresso, che si è svolto sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica. Giovanni Bianchi, 73 anni, è stato presidente delle Acli dal 1987 al 1994, poi deputato e presidente del Partito popolare italiano.
«La nostra storia è il nostro futuro – ha dichiarato il neo-presidente dell'Anpc – I valori della Resistenza e della Costituzione possono essere di guida ai nostri passi anche in questa fase di forte crisi dello Stato, delle Istituzioni e dell'etica pubblica e privata».
«Il dialogo tra le generazioni – ha aggiunto Pasquale Orlando, segretario degli anziani e pensionati delle Acli (Fap) – è premessa fondamentale per trasmettere la memoria e promuovere ancora oggi i valori della democrazia e della partecipazione».
L'associazione dei partigiani cristiani ha lanciato un appello, in vista delle prossime elezioni, per rilanciare l'impegno unitario dei cattolici contro l'astensionismo e per la "buona politica". «Soltanto con una scelta libera, cosciente, coraggiosa – hanno affermato - si può migliorare la vita democratica italiana, risolvere nello spirito di giustizia i grandi problemi, riportare nel rapporto fra cittadini l'idealità e l'onestà che sono necessari al mantenimento della pace sociale».
Soddisfazione è stata espressa dal presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, che ha concordato sull'urgenza di una nuova stagione di impegno civile e politico, sulla scia di quanto emerso anche nel recente appuntamento di Todi promosso dal Forum delle organizzazioni cattoliche.
Mozambico: Menzione d'Onore alla scuola Estrela do Mar
Un ottimo risultato che riconferma il successo di tanti anni di esperienza e impegno. Infatti, la Estrela do Mar - nata per volontà di don Pio Bono, missionario della diocesi di Vercelli, insieme alle laiche Caterina Fassio e Elena Bovolenta, inaugurata nel 2004 - è diventata la più qualificata struttura scolastica del distretto di Inhassoro (cittadina sull'oceano Indiano a circa 800 km dalla capitale Maputo), è dotata di moderni laboratori, offre corsi di formazione di meccanica, falegnameria, elettrotecnica, taglio e cucito, contabilità, e per la sua qualità attira allievi anche da altri distretti.
Dopo una prima fase organizzativa curata dell'Enaip, la scuola è ora quasi interamente gestita da personale mozambicano, con la direzione e la supervisione della Missione e il supporto della ong delle Acli, Ipsia, che dal 2006 è presente anche con i volontari del Servizio civile.
"Idee per la nuova Italia": il documento politico di Todi2
È stato Andrea Olivero, presidente delle Acli, a presentare il documento prodotto dal secondo incontro promosso a Todi dal Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro.
Nelle prime righe del testo, il Forum sottolinea il proprio ruolo nella "apertura di un nuova fase politica in forte discontinuità con la precedente" e riconosce al governo Monti il "merito di aver ridato dignità alle istituzioni", nonostante "le forze politiche, chiamate a mostrare senso di responsabilità ed insieme a riorganizzare la loro offerta politica, abbiano purtroppo solo parzialmente risposto alle attese".
Il Forum guarda all'attualità politica che "rende quindi oggi necessario un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti"
E, in conclusione si impegna "affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica situazione precedente.
È indubbio che è oggi necessario operare per dare al prossimo governo una maggioranza autenticamente politica, fondata su un programma condiviso e coerente. Questo va fatto assicurando la continuità con quanto di positivo è stato fatto in quest’ultimo anno, garantendo la prosecuzione delle politiche di risanamento del Paese e, al contempo, integrando gli obiettivi iniziali con quelli della crescita, dell’occupazione, di un nuovo welfare, di una ritrovata equità e di pieno ripristino dei valori costituzionali".
Alzati, ti chiama
Chiedere pietà, misericordia, a chi siamo consapevoli può darcela con gioia, è segno di sapienza. Non è una umiliazione, ma il riconoscere la potenza che viene dall'autore della vita.
Marco 10, 46-52
In quel tempo, 46 mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
48 Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49 Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50 Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
51 Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52 E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Marco racconta qui l’ultimo episodio che coinvolge Gesù prima del suo ingresso a Gerusalemme. Gerico si trova ad est di Gerusalemme, a circa 30 chilometri, molto più in basso vicino al mar Morto, per cui occorre salire per giungere a Gerusalemme.
La folla accompagna Gesù, assieme ai discepoli, e lungo la strada c’è un cieco che chiede l’elemosina. Il frastuono è grande e il cieco lo sente benissimo. Sentendo che parlano di Gesù, Bartimeo non si alza, ma comincia a gridare in direzione di Gesù, essendo questo l’unico modo per farsi notare da lui. La richiesta che gli rivolge è chiara: egli implora pietà dal Figlio di Davide, dal messia che si attendeva in Israele. Egli sa che Gesù compie guarigioni e vuole domandare proprio questo a Gesù.
(leggi tutto nel documento correlato sotto l'immagine a sinistra)
Ancora a Todi, per rilanciare la buona politica
Domenica 21 e lunedì 22 ottobre si svolgerà a Todi, presso il Convento di Montesanto, l’incontro organizzato dalle sette organizzazioni promotrici del Forum delle Persone e della Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro (Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative e Mcl). Si torna a Todi a distanza di un anno dal primo appuntamento, che aveva preceduto di poche settimane la caduta del governo Berlusconi e la formazione del nuovo governo di Mario Monti.
L’iniziativa è aperta alla partecipazione di tutti i movimenti e le associazioni espressione del mondo cattolico. L’incontro prenderà le mosse dai principi contenuti nel Manifesto “La buona politica per tornare a crescere”, promosso e sottoscritto dalle sette organizzazioni del Forum nello scorso mese di maggio, per arrivare alla formulazione di una proposta politica di prospettiva che consenta, anche attraverso la riforma della legge elettorale, un reale rinnovamento della classe dirigente per un responsabile e forte impegno politico capace di rappresentare al meglio le aspettative del mondo cattolico.
L’obiettivo è quello di chiudere definitivamente l’esperienza della seconda Repubblica e di creare le condizioni per guardare con maggiore fiducia al futuro del Paese.
(scarica il programma dell'iniziativa)
Manovra: saldi negativi per famiglie e fasce deboli
«Malgrado le buoni “intenzioni”, il saldo economico per le famiglie e per le fasce più deboli della popolazione rischia di essere pesantemente negativo. Governo e Parlamento possono e devono intervenire per correggere e migliorare le misure previste nella legge di stabilità». Lo affermano le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani commentando la “manovra” approvata dal Consiglio dei ministri.
Apprezzabile per le Acli l’impegno del Governo per l’introduzione della Tobin Tax, così come «lo sforzo per trovare una soluzione alla questione degli esodati». Condivisibile anche l’idea di differenziare il peso dei sacrifici alleggerendo l’Irpef per i redditi medio-bassi, ma «il complesso delle misure adottate produce più svantaggi che vantaggi per le famiglie e le fasce più deboli».
«Mentre infatti l’aumento dell’Iva è uno svantaggio certo per tutti – spiegano le Acli – i vantaggi provenienti teoricamente dalla riduzione delle aliquote Irpef non solo lasciano fuori una larga platea di incapienti, ma sono di fatto erosi e vanificati dall’introduzione del tetto di 3000 euro alle detrazioni e della franchigia di 250 euro per deduzioni e detrazioni. Occorre assolutamente intervenire perché il richiamo all’equità non sia solo nella teoria ma anche nella pratica dell’azione di Governo».
Immersi nel mistero pasquale
Battezzati, cioè immersi, nel battesimo di Gesù, il mistero pasquale di salvezza per tutti gli uomini, viviamo come discepoli all'altezza del nostro battesimo.
Marco 10,35-45
In quel tempo, 35 si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36 Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37 Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
38 Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39 Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41 Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43 Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44 e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45 Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Dopo il terzo annuncio del mistero pasquale di morte e resurrezione che lo attende a Gerusalemme (Mc 10,32-34). Gesù si sente rivolgere una domanda da Giacomo e Giovanni che apparentemente sembra fuori posto. I due apostoli chiedono a Gesù di sedere accanto a lui nella gloria del Regno. Qui c’è come una sottile ironia di Marco che parte dal duplice significato di regno di Dio, quello di Gesù e quello degli apostoli e dei discepoli. Per Gesù il regno di Dio significa una comunità di persone che accetta la regalità di Dio e che vive secondo fraternità e giustizia. Per gli apostoli invece si tratta di un regno messianico che acquista un valore anche temporale e di presenza nel mondo, nonché di liberazione dal dominio dei Romani.
Giacomo e Giovanni intuiscono qualcosa del mistero pasquale, tuttavia essi vogliono sedere a fianco di Gesù nella gloria del regno, e sono disposti anche a morire con lui per risorgere con lui quando trionferà sui nemici e instaurerà il suo regno.
Gesù riconosce in loro la capacità di passare attraverso il martirio, e dunque di percorrere la sua strada come fedeli discepoli.
(leggi tutto nel documento correlato sotto l'immagine a sinistra)
Nobel per la pace all'Europa: Non sia premio "alla memoria"
La decisione del Comitato norvegese di assegnare il Nobel per la Pace 2012 all’Unione europea è un «prestigioso riconoscimento per la storia del Continente e delle sue Istituzioni», ma «rischia di rimanere un premio alla memoria se l’Europa non saprà meritarselo anche per il presente e per il futuro».
Così le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sulla decisione presa questa mattina a Stoccolma. «Meritiamo questo premio più per il nostro passato che per il nostro presente – osservano le Acli –. Perché la pace non è solo assenza di guerra, ma anche impegno per la costruzione di un mondo più giusto. E l’Europa da questo punto di vista deve ritrovare il coraggio e la determinazione di fare scelte coerenti con la sua storia».
La strada è già segnata. «Dobbiamo procedere nel processo di costruzione dell’unità politica, a partire dalle scelte di politica sociale, politica economica e politica estera. Dalla regolazione della finanza, alle politiche sociali e del lavoro, dalla cooperazione allo sviluppo al contrasto cambiamenti climatici. Senza tralasciare il ruolo europeo nei conflitti, specie quelle alle nostre porte, in cui è necessario giocare maggiormente il potere di prevenzione, diplomazia, capacità di relazione, mediazione e anche interposizione e nonviolenza».
Un primo appuntamento importante – ricordano le Acli - può essere quello dell'Expo 2015, di cui oggi si conclude l'International Partecipant Meeting. «L'Europa aderisca formalmente al processo – chiedono – e si impegni perché l'Expo non si riduca a una fiera ma, come ha detto oggi il presidente del Consiglio Monti, sia il paradigma del nuovo modello di sviluppo che vogliamo costruire assieme, dove al centro ci saranno le persone e la loro capacità di relazioni buone».
«Un Nobel per la pace – concludono le Acli - non può rappresentare solo un premio alla “carriera”, ma può e deve essere per l’Europa uno sprone per il presente e un’occasione per il futuro. Solo così può aver ancora senso questo riconoscimento».
Chiesa: le Acli alla fiaccolata per il Concilio
Ci saranno anche le Acli in Piazza San Pietro a celebrare “La Chiesa bella del Concilio”, l’iniziativa promossa dall’Azione cattolica italiana in collaborazione con la Diocesi di Roma. Una fiaccolata lungo via della Conciliazione e poi la preghiera con Papa Benedetto XVI, per ricordare i 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II con il celebre “discorso della luna” di Giovanni XXIII, la sera dell’11 ottobre del 1962.
«Il Concilio ha aperto orizzonti ancora da percorrere» scrivono le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani nel documento di adesione della presidenza nazionale. E l’anniversario è un’occasione di «riflessione e verifica» sul cammino fatto finora, con il «dovere di intensificare il nostro impegno individuale e comunitario». «E’ importante – affermano le Acli - fare tesoro dei frutti del Concilio, riconoscendo le profonde trasformazioni che hanno prodotto nella vita dei credenti e nella stessa società, cambiamenti dei quali spesso sono state protagoniste proprio le associazioni laicali».
Sono tre i frutti del Concilio che le Acli sottolineano nella propria riflessione, tre «doni» che «si presentano contemporaneamente come possibilità e responsabilità da vivere e valorizzare». Il primo: un rapporto più diretto con la Parola di Dio, «forza esplosiva che apre varchi di speranza anche in mezzo al dolore più profondo». Da maneggiare con «cura, profondità, maturazione e competenza», ma essenziale per una «vita secondo lo Spirito».
Il secondo: la responsabilità delle coscienze, «la libertà e la responsabilità dei credenti nel contestualizzare il messaggio del Vangelo dentro la complessità dei tempi». Un esercizio mai separato dall’«esigenza di interpretazioni e indicazioni comuni», che ha saputo elaborare «una voce spesso lungimirante sui cambiamenti e sulle trasformazioni della società, come testimonia l'intenso magistero sociale della Chiesa», che ha visto affermarsi «un sempre più forte pluralismo del fare», dall’impegno sociale alle scelte personali e politiche da attuare.
E’ un dono, quello della responsabilità, che impone a tutti «e in particolare all'associazionismo laicale» un rilancio del compito di «approfondimento e di discernimento», di formazione e di accompagnamento delle persone, della propria «vocazione culturale e educativa».
Infine, il terzo frutto del Concilio: la responsabilità del dialogo, che ha «fatto sentire i credenti meno soli nella ricerca delle Verità, nel cammino verso Dio». «Il mondo stesso – scrivono le Acli – si riscopre come luogo nel quale, in mezzo alle contraddizioni, fiorisce l'opera dello Spirito». In questi 50 anni – chiosa il documento delle Acli – la pratica del dialogo, vissuta «nella quotidianità e nella storia», ha «consolidato lo sguardo e l’autorità universale del popolo di Dio», mostrandolo «capace di profezia» su temi spesso ignorati dai «potenti del mondo», come la «pace veramente universale» e la «giustizia fondata sul perdono».
(il documento della presidenza nazionale)
Tobin Tax: arriva il sì dell'Italia in Europa
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «grande soddisfazione» per la decisione presa questa mattina a Lussemburgo all’interno del Consiglio Ecofin dell’Unione europea di dare il via libera alla cosiddetta Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, attraverso il meccanismo della cooperazione rafforzata.
Una proposta che le Acli sostengono in diverse forme da circa 15 anni e che oggi vede attiva una campagna, la ZeroZeroCinque, promossa da un’ampia coalizione internazionale e sostenuta in Italia da oltre 50 organizzazioni della società civile.
L’apprezzamento delle Acli è rivolto «in particolare nei confronti del Governo italiano, sollecitato ripetutamente nei giorni scorsi, che ha espresso finalmente la sua piena adesione alla proposta e il cui voto favorevole è risultato politicamente decisivo».
Per avviare infatti la procedura di cooperazione rafforzata, che consente di sperimentare la Tobin Tax in modo comune ma senza il consenso di tutta l’Unione, era necessaria l’adesione di almeno 9 Paesi europei. L’iniziativa era stata di Francia e Germania, alle quali si sono aggiunte questa mattina Austria, Belgio, Portogallo, Grecia, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Spagna e Italia. In tutto 11 Paesi.
Per il presidente delle Acli Andrea Olivero la decisione assunta questa mattina rappresenta «una grande occasione per l’Italia e per l’Europa, un segnale importante per di ridare speranza ai cittadini e fiducia nelle istituzioni nazionali ed europee». «Chi ha causato o addirittura lucrato sulla crisi – spiega Olivero – dovrà restituire qualcosa a chi ha già pagato molto e continua a pagare. Ci si avvia finalmente a voltare pagina rispetto ad un modello finanziario sganciato dall’economia reale e indifferente ai destini delle persone e degli Stati. Un primo passo verso quello sviluppo sostenibile capace di integrare etica ed economia».
Le Acli, insieme ai promotori della campagna ZeroZeroCinque, proseguiranno l’attività di sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni, vigilando in particolare sulle modalità di applicazione della tassa, perché possa comprendere le operazioni in valuta e derivati. La richiesta è che il ricavato dell’imposta vada a finanziare da una parte il sistema di welfare, dall’altra gli impegni internazionali di cooperazione allo sviluppo di contrasto ai cambiamenti climatici.