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L'Italia sono anch'io si mobilita per Giornata Onu Migranti
I due nuovi portavoce, assumendo questo impegno, hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle organizzazioni promotrici su un tema come quello della riforma della cittadinanza, oggi particolarmente sentito e urgente.
Pisapia e Feltrinelli si sono quindi impegnati a inviare una richiesta di audizione alla commissione Affari costituzionali, per sollecitare la calendarizzazione della discussione alla Camera e accelerare la conclusione dell'iter.
Tutti hanno convenuto sulla necessità di rilanciare con efficacia i temi sollevati dalla Campagna – riforma della cittadinanza e diritto di voto alle amministrative per i cittadini residenti di origine straniera –, temi oggetto di due proposte di legge di iniziativa popolare sottoscritte da duecentomila persone e già depositate in Parlamento.
Si è deciso di proiettare la campagna in una dimensione europea, anche in vista della prossima scadenza elettorale per il rinnovo dell'Europarlamento, con un primo importante appuntamento il prossimo 18 dicembre, Giornata internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dei migranti.
L'Italia sono anch'io è promossa da: Acli, Arci, Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Città del Dialogo, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comunità di Sant'Egidio, Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Legambiente, Libera, Lunaria, Il Razzismo è una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, Uil e Uisp.
L'Italia sono anch'io si mobilita per Giornata Onu Migranti
I due nuovi portavoce, assumendo questo impegno, hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle organizzazioni promotrici su un tema come quello della riforma della cittadinanza, oggi particolarmente sentito e urgente.
Pisapia e Feltrinelli si sono quindi impegnati a inviare una richiesta di audizione alla commissione Affari costituzionali, per sollecitare la calendarizzazione della discussione alla Camera e accelerare la conclusione dell'iter.
Tutti hanno convenuto sulla necessità di rilanciare con efficacia i temi sollevati dalla Campagna – riforma della cittadinanza e diritto di voto alle amministrative per i cittadini residenti di origine straniera –, temi oggetto di due proposte di legge di iniziativa popolare sottoscritte da duecentomila persone e già depositate in Parlamento.
Si è deciso di proiettare la campagna in una dimensione europea, anche in vista della prossima scadenza elettorale per il rinnovo dell'Europarlamento, con un primo importante appuntamento il prossimo 18 dicembre, Giornata internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dei migranti.
L'Italia sono anch'io è promossa da: Acli, Arci, Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Città del Dialogo, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comunità di Sant'Egidio, Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Legambiente, Libera, Lunaria, Il Razzismo è una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, Uil e Uisp.
L'Italia sono anch'io si mobilita per Giornata Onu Migranti
I due nuovi portavoce, assumendo questo impegno, hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle organizzazioni promotrici su un tema come quello della riforma della cittadinanza, oggi particolarmente sentito e urgente.
Pisapia e Feltrinelli si sono quindi impegnati a inviare una richiesta di audizione alla Commissione Affari Costituzionali, per sollecitare la calendarizzazione della discussione alla Camera e accelerare la conclusione dell'iter.
Tutti hanno convenuto sulla necessità di rilanciare con efficacia i temi sollevati dalla Campagna – riforma della cittadinanza e diritto di voto alle amministrative per i cittadini residenti di origine straniera –, temi oggetto di due proposte di legge di iniziativa popolare sottoscritte da duecentomila persone e già depositate in Parlamento.
Si è deciso di proiettare la Campagna in una dimensione europea, anche in vista della prossima scadenza elettorale per il rinnovo dell'Europarlamento, con un primo importante appuntamento il prossimo 18 dicembre, Giornata internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dei migranti.
L'Italia sono anch'io è promossa da: Acli, Arci, Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Città del Dialogo, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comunità di Sant'Egidio, Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Legambiente, Libera, Lunaria, Il Razzismo è una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, Uil, Uisp.
Gioco d’azzardo all'esame del Parlamento
“Il Parlamento manda un altro importante segnale di attenzione nei confronti della questione del gioco d’azzardo”, ha affermato don Armando Zappolini, portavoce di Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker - pensieri senza dimora, Uisp.
L'impegno per una rigorosa regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia deve intensificarsi ed accompagnare il dibattito parlamentare con una mobilitazione della società civile organizzata.
Gioco d’azzardo all'esame del Parlamento
“Il Parlamento manda un altro importante segnale di attenzione nei confronti della questione del gioco d’azzardo”, ha affermato don Armando Zappolini, portavoce di Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker - pensieri senza dimora, Uisp.
L'impegno per una rigorosa regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia deve intensificarsi ed accompagnare il dibattito parlamentare con una mobilitazione della società civile organizzata.
Gioco d’azzardo all'esame del Parlamento
“Il Parlamento manda un altro importante segnale di attenzione nei confronti della questione del gioco d’azzardo”, ha affermato don Armando Zappolini, portavoce di Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker - pensieri senza dimora, Uisp.
L'impegno per una rigorosa regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia deve intensificarsi ed accompagnare il dibattito parlamentare con una mobilitazione della società civile organizzata.
Gioco d’azzardo all'esame del parlamento
“Il Parlamento manda un altro importante segnale di attenzione nei confronti della questione del gioco d’azzardo”, ha affermato don Armando Zappolini, portavoce di Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker - pensieri senza dimora, Uisp.
L'impegno per una rigorosa regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia deve intensificarsi ed accompagnare il dibattito parlamentare con una mobilitazione della società civile organizzata.
Le Acli a Zanonato: la povertà non può aspettare la ripresa
Il presidente delle Acli Bottalico ha ricordato al ministro le urgenze della povertà, che secondo l'Istat si è raddoppiata negli ultimi cinque anni e che coinvolge cinque milioni di persone, e dell'impoverimento dei ceti intermedi e lavoratori: almeno otto milioni di cittadini e di lavoratori, secondo l'Eurispes sono sempre più a rischio di precipitare nella povertà.
Il ministro Zanonato, pur condividendo la necessità di intervenire su queste due emergenze ha dato le rassicurazioni che poteva, stante l'andamento economico del Paese ed i grossi problemi di bilancio: “Dobbiamo produrre più ricchezza – ha affermato Zanonato – per questo fine il governo si è concentrato nella manovra economica a reperire tutte le risorse possibili. Nella legge di stabilità siamo riusciti a trovare 11 miliardi e 600 milioni per imprese, lavoratori e famiglie, nonostante i vincoli posti dall'impossibilità di aumentare l'indebitamento, men che meno aumentare la pressione fiscale, o adottare una cura da cavallo per la pubblica amministrazione come quelle che si sono viste in Grecia o in Spagna”.
Gianni Bottalico ha ricordato inoltre il peso economico del Terzo settore come fattore che ha contribuito a mitigare l'aumento della disoccupazione ed ha chiesto al governo di accelerare i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e la reintroduzione nella finanziaria delle detrazioni sulla prima casa per il nuovo tributo, la trise.
Dall'incontro è emerso ancora una volta la distanza tra l'enormità dei problemi economici e sociali prodotti dalla crisi e la limitatezza degli strumenti per affrontarli, ma anche un dialogo proficuo tra una grande organizzazione sociale come le Acli ed un governo che fa quanto può, e le Acli lo hanno riconosciuto al ministro Zanonato, per mantenere il più alto grado possibile di coesione sociale.
Le Acli a Zanonato: la povertà non può aspettare la ripresa
Il presidente delle Acli Bottalico ha ricordato al ministro le urgenze della povertà, che secondo l'Istat si è raddoppiata negli ultimi cinque anni e che coinvolge cinque milioni di persone, e dell'impoverimento dei ceti intermedi e lavoratori: almeno otto milioni di cittadini e di lavoratori, secondo l'Eurispes sono sempre più a rischio di precipitare nella povertà.
Il ministro Zanonato, pur condividendo la necessità di intervenire su queste due emergenze ha dato le rassicurazioni che poteva, stante l'andamento economico del Paese ed i grossi problemi di bilancio: “Dobbiamo produrre più ricchezza – ha affermato Zanonato – per questo fine il governo si è concentrato nella manovra economica a reperire tutte le risorse possibili. Nella legge di stabilità siamo riusciti a trovare 11 miliardi e 600 milioni per imprese, lavoratori e famiglie, nonostante i vincoli posti dall'impossibilità di aumentare l'indebitamento, men che meno aumentare la pressione fiscale, o adottare una cura da cavallo per la pubblica amministrazione come quelle che si sono viste in Grecia o in Spagna”.
Gianni Bottalico ha ricordato inoltre il peso economico del Terzo settore come fattore che ha contribuito a mitigare l'aumento della disoccupazione ed ha chiesto al governo di accelerare i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e la reintroduzione nella finanziaria delle detrazioni sulla prima casa per il nuovo tributo, la trise.
Dall'incontro è emerso ancora una volta la distanza tra l'enormità dei problemi economici e sociali prodotti dalla crisi e la limitatezza degli strumenti per affrontarli, ma anche un dialogo proficuo tra una grande organizzazione sociale come le Acli ed un governo che fa quanto può, e le Acli lo hanno riconosciuto al ministro Zanonato, per mantenere il più alto grado possibile di coesione sociale.
Le Acli a Zanonato: la povertà non può aspettare la ripresa
Il presidente delle Acli Bottalico ha ricordato al ministro le urgenze della povertà, che secondo l'Istat si è raddoppiata negli ultimi cinque anni e che coinvolge cinque milioni di persone, e dell'impoverimento dei ceti intermedi e lavoratori: almeno otto milioni di cittadini e di lavoratori, secondo l'Eurispes sono sempre più a rischio di precipitare nella povertà.
Il ministro Zanonato, pur condividendo la necessità di intervenire su queste due emergenze ha dato le rassicurazioni che poteva, stante l'andamento economico del Paese ed i grossi problemi di bilancio: “Dobbiamo produrre più ricchezza – ha affermato Zanonato – per questo fine il governo si è concentrato nella manovra economica a reperire tutte le risorse possibili. Nella legge di stabilità siamo riusciti a trovare 11 miliardi e 600 milioni per imprese, lavoratori e famiglie, nonostante i vincoli posti dall'impossibilità di aumentare l'indebitamento, men che meno aumentare la pressione fiscale, o adottare una cura da cavallo per la pubblica amministrazione come quelle che si sono viste in Grecia o in Spagna”.
Gianni Bottalico ha ricordato inoltre il peso economico del Terzo settore come fattore che ha contribuito a mitigare l'aumento della disoccupazione ed ha chiesto al governo di accelerare i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e la reintroduzione nella finanziaria delle detrazioni sulla prima casa per il nuovo tributo, la trise.
Dall'incontro è emerso ancora una volta la distanza tra l'enormità dei problemi economici e sociali prodotti dalla crisi e la limitatezza degli strumenti per affrontarli, ma anche un dialogo proficuo tra una grande organizzazione sociale come le Acli ed un governo che fa quanto può, e le Acli lo hanno riconosciuto al ministro Zanonato, per mantenere il più alto grado possibile di coesione sociale.
Le Acli a Zanonato: la povertà non può aspettare la ripresa
Il presidente delle Acli Bottalico ha ricordato al ministro le urgenze della povertà, che secondo l'Istat si è raddoppiata negli ultimi cinque anni e che coinvolge cinque milioni di persone, e dell'impoverimento dei ceti intermedi e lavoratori: almeno otto milioni di cittadini e di lavoratori, secondo l'Eurispes sono sempre più a rischio di precipitare nella povertà.
Il ministro Zanonato, pur condividendo la necessità di intervenire su queste due emergenze ha dato le rassicurazioni che poteva, stante l'andamento economico del Paese ed i grossi problemi di bilancio: “Dobbiamo produrre più ricchezza – ha affermato Zanonato – per questo fine il governo si è concentrato nella manovra economica a reperire tutte le risorse possibili. Nella legge di stabilità siamo riusciti a trovare 11 miliardi e 600 milioni per imprese, lavoratori e famiglie, nonostante i vincoli posti dall'impossibilità di aumentare l'indebitamento, men che meno aumentare la pressione fiscale, o adottare una cura da cavallo per la pubblica amministrazione come quelle che si sono viste in Grecia o in Spagna”.
Gianni Bottalico ha ricordato inoltre il peso economico del Terzo settore come fattore che ha contribuito a mitigare l'aumento della disoccupazione ed ha chiesto al governo di accelerare i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e la reintroduzione nella finanziaria delle detrazioni sulla prima casa per il nuovo tributo, la trise.
Dall'incontro è emerso ancora una volta la distanza tra l'enormità dei problemi economici e sociali prodotti dalla crisi e la limitatezza degli strumenti per affrontarli, ma anche un dialogo proficuo tra una grande organizzazione sociale come le Acli ed un governo che fa quanto può, e le Acli lo hanno riconosciuto al ministro Zanonato, per mantenere il più alto grado possibile di coesione sociale.
Gesù salva chi è perduto
C'è chi cerca Gesù per vari motivi. Gesù invece cerca gli uomini per salvarli.
Luca 19,1-10
In quel tempo, Gesù 1 entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
8 Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Zaccheo è piccolo e vuole vedere Gesù. E’ un capo dei pubblicani, coloro che riscuotevano le imposte per conto dei romani, e che erano considerati dei peccatori perché rubavano ai contribuenti – chiedendo più del dovuto – per arricchirsi personalmente.
Zaccheo è un uomo ricco e tuttavia ai margini della società. Egli non si vergogna di ciò che sta facendo per poter vedere chi è Gesù, e sale sul sicomoro.
Gesù prende l’iniziativa nei suoi confronti, probabilmente anche lui lo conosceva per la sua notorietà. Gesù non si preoccupa di quello che può dire la gente a riguardo del suo invitarsi a casa di un peccatore.
Zaccheo è colto di sorpresa e di gioia, non avrebbe mai immaginato che Gesù gli parlasse e volesse entrare nella sua casa. La sua gioia è grande e accoglie Gesù.
La gente mormora per questo gesto di Gesù, ma se Gesù non andasse a casa dei peccatori, la salvezza che annuncia in che cosa consisterebbe? E’ con i peccatori che deve instaurare una relazione di comunione così che smettano di peccare e trovino la via del bene.
Questo è accaduto con Zaccheo, che decide di risarcire chi aveva derubato ingiustamente. Il quadruplo era dovuto, per la legge romana, solo nel caso dei furti manifesti. Inoltre di quello che rimane del suo patrimonio, metà lo dà ai poveri.
Gesù riconosce in queste azioni la salvezza di Zaccheo: egli non ruberà più e condividerà i suoi beni con i poveri.
Inoltre Gesù afferma che questa è la sua missione: salvare ciò che era perduto.
Ringraziamo dunque il Signore che ci ha salvato dalla nostra perdizione.
(Leggi tutto nel documento correlato sottto l'immagine a sinistra)
Gesù salva chi è perduto
C'è chi cerca Gesù per vari motivi. Gesù invece cerca gli uomini per salvarli.
Luca 19,1-10
In quel tempo, Gesù 1 entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
8 Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Zaccheo è piccolo e vuole vedere Gesù. E’ un capo dei pubblicani, coloro che riscuotevano le imposte per conto dei romani, e che erano considerati dei peccatori perché rubavano ai contribuenti – chiedendo più del dovuto – per arricchirsi personalmente.
Zaccheo è un uomo ricco e tuttavia ai margini della società. Egli non si vergogna di ciò che sta facendo per poter vedere chi è Gesù, e sale sul sicomoro.
Gesù prende l’iniziativa nei suoi confronti, probabilmente anche lui lo conosceva per la sua notorietà. Gesù non si preoccupa di quello che può dire la gente a riguardo del suo invitarsi a casa di un peccatore.
Zaccheo è colto di sorpresa e di gioia, non avrebbe mai immaginato che Gesù gli parlasse e volesse entrare nella sua casa. La sua gioia è grande e accoglie Gesù.
La gente mormora per questo gesto di Gesù, ma se Gesù non andasse a casa dei peccatori, la salvezza che annuncia in che cosa consisterebbe? E’ con i peccatori che deve instaurare una relazione di comunione così che smettano di peccare e trovino la via del bene.
Questo è accaduto con Zaccheo, che decide di risarcire chi aveva derubato ingiustamente. Il quadruplo era dovuto, per la legge romana, solo nel caso dei furti manifesti. Inoltre di quello che rimane del suo patrimonio, metà lo dà ai poveri.
Gesù riconosce in queste azioni la salvezza di Zaccheo: egli non ruberà più e condividerà i suoi beni con i poveri.
Inoltre Gesù afferma che questa è la sua missione: salvare ciò che era perduto.
Ringraziamo dunque il Signore che ci ha salvato dalla nostra perdizione.
(Leggi tutto nel documento correlato sottto l'immagine a sinistra)
Gesù salva chi è perduto
C'è chi cerca Gesù per vari motivi. Gesù invece cerca gli uomini per salvarli.
Luca 19,1-10
In quel tempo, Gesù 1 entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
8 Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Zaccheo è piccolo e vuole vedere Gesù. E’ un capo dei pubblicani, coloro che riscuotevano le imposte per conto dei romani, e che erano considerati dei peccatori perché rubavano ai contribuenti – chiedendo più del dovuto – per arricchirsi personalmente.
Zaccheo è un uomo ricco e tuttavia ai margini della società. Egli non si vergogna di ciò che sta facendo per poter vedere chi è Gesù, e sale sul sicomoro.
Gesù prende l’iniziativa nei suoi confronti, probabilmente anche lui lo conosceva per la sua notorietà. Gesù non si preoccupa di quello che può dire la gente a riguardo del suo invitarsi a casa di un peccatore.
Zaccheo è colto di sorpresa e di gioia, non avrebbe mai immaginato che Gesù gli parlasse e volesse entrare nella sua casa. La sua gioia è grande e accoglie Gesù.
La gente mormora per questo gesto di Gesù, ma se Gesù non andasse a casa dei peccatori, la salvezza che annuncia in che cosa consisterebbe? E’ con i peccatori che deve instaurare una relazione di comunione così che smettano di peccare e trovino la via del bene.
Questo è accaduto con Zaccheo, che decide di risarcire chi aveva derubato ingiustamente. Il quadruplo era dovuto, per la legge romana, solo nel caso dei furti manifesti. Inoltre di quello che rimane del suo patrimonio, metà lo dà ai poveri.
Gesù riconosce in queste azioni la salvezza di Zaccheo: egli non ruberà più e condividerà i suoi beni con i poveri.
Inoltre Gesù afferma che questa è la sua missione: salvare ciò che era perduto.
Ringraziamo dunque il Signore che ci ha salvato dalla nostra perdizione.
(Leggi tutto nel documento correlato sottto l'immagine a sinistra)
Gesù salva chi è perduto
C'è chi cerca Gesù per vari motivi. Gesù invece cerca gli uomini per salvarli.
Luca 19,1-10
In quel tempo, Gesù 1 entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
8 Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Zaccheo è piccolo e vuole vedere Gesù. E’ un capo dei pubblicani, coloro che riscuotevano le imposte per conto dei romani, e che erano considerati dei peccatori perché rubavano ai contribuenti – chiedendo più del dovuto – per arricchirsi personalmente.
Zaccheo è un uomo ricco e tuttavia ai margini della società. Egli non si vergogna di ciò che sta facendo per poter vedere chi è Gesù, e sale sul sicomoro.
Gesù prende l’iniziativa nei suoi confronti, probabilmente anche lui lo conosceva per la sua notorietà. Gesù non si preoccupa di quello che può dire la gente a riguardo del suo invitarsi a casa di un peccatore.
Zaccheo è colto di sorpresa e di gioia, non avrebbe mai immaginato che Gesù gli parlasse e volesse entrare nella sua casa. La sua gioia è grande e accoglie Gesù.
La gente mormora per questo gesto di Gesù, ma se Gesù non andasse a casa dei peccatori, la salvezza che annuncia in che cosa consisterebbe? E’ con i peccatori che deve instaurare una relazione di comunione così che smettano di peccare e trovino la via del bene.
Questo è accaduto con Zaccheo, che decide di risarcire chi aveva derubato ingiustamente. Il quadruplo era dovuto, per la legge romana, solo nel caso dei furti manifesti. Inoltre di quello che rimane del suo patrimonio, metà lo dà ai poveri.
Gesù riconosce in queste azioni la salvezza di Zaccheo: egli non ruberà più e condividerà i suoi beni con i poveri.
Inoltre Gesù afferma che questa è la sua missione: salvare ciò che era perduto.
Ringraziamo dunque il Signore che ci ha salvato dalla nostra perdizione.
(Leggi tutto nel documento correlato sottto l'immagine a sinistra)
Le Acli in piazza San Pietro alla Giornata per la Famiglia
“L’incontro con Papa Francesco – prosegue Scirè - è un’occasione importante per tornare a riflettere sul valore della famiglia. La famiglia come luogo privilegiato per la trasmissione della fede, come luogo in cui ritrovare il dialogo con Dio. La famiglia come luogo in cui si preservano i valori, le norme di rispetto, cura e riconoscimento della persona umana. E ancora, è in famiglia che si fonda la fiducia e che si vive la prima esperienza di fraternità, disponendosi alla solidarietà e al dono di sé. Come ha detto oggi il Pontefice, in una famiglia non devono mai mancare tre parole: permesso, scusa e grazie. E’ nella famiglia che si incontrano generi e generazioni e che, riconoscendo la diversità dell’altro, si impara a rispettare le regole codificate e quelle informali.
La famiglia è una risorsa fondamentale, per la persona e per la società ed il matrimonio tra l'uomo e la donna, come ha sottolineato il papa, è “un lungo viaggio che dura tutta la vita, e va superata la cultura del provvisorio che ci taglia la vita a pezzi”.”
“Le ACLI, - conclude Santino Scirè - nel rispetto della propria specificità di associazione di promozione sociale e in continuità con gli obiettivi che in questi anni si sono poste nell’ambito delle politiche per la famiglia, credono profondamente nel ruolo delle famiglie come soggetto promotore di cittadinanza attiva e generativo di innovazione sociale, oltre che di agenzia educativa primaria.
Troppo spesso ci scordiamo di quanto possano essere positivi e solidi i legami e le relazioni familiari che, se aperti al mondo circostante, sono una via basilare per la costruzione di una socialità buona”.
Le Acli in piazza San Pietro alla Giornata per la Famiglia
“L’incontro con Papa Francesco – prosegue Scirè - è un’occasione importante per tornare a riflettere sul valore della famiglia. La famiglia come luogo privilegiato per la trasmissione della fede, come luogo in cui ritrovare il dialogo con Dio. La famiglia come luogo in cui si preservano i valori, le norme di rispetto, cura e riconoscimento della persona umana. E ancora, è in famiglia che si fonda la fiducia e che si vive la prima esperienza di fraternità, disponendosi alla solidarietà e al dono di sé. Come ha detto oggi il Pontefice, in una famiglia non devono mai mancare tre parole: permesso, scusa e grazie. E’ nella famiglia che si incontrano generi e generazioni e che, riconoscendo la diversità dell’altro, si impara a rispettare le regole codificate e quelle informali.
La famiglia è una risorsa fondamentale, per la persona e per la società ed il matrimonio tra l'uomo e la donna, come ha sottolineato il papa, è “un lungo viaggio che dura tutta la vita, e va superata la cultura del provvisorio che ci taglia la vita a pezzi”.”
“Le ACLI, - conclude Santino Scirè - nel rispetto della propria specificità di associazione di promozione sociale e in continuità con gli obiettivi che in questi anni si sono poste nell’ambito delle politiche per la famiglia, credono profondamente nel ruolo delle famiglie come soggetto promotore di cittadinanza attiva e generativo di innovazione sociale, oltre che di agenzia educativa primaria.
Troppo spesso ci scordiamo di quanto possano essere positivi e solidi i legami e le relazioni familiari che, se aperti al mondo circostante, sono una via basilare per la costruzione di una socialità buona”.
Le Acli in piazza San Pietro alla Giornata per la Famiglia
“L’incontro con Papa Francesco – prosegue Scirè - è un’occasione importante per tornare a riflettere sul valore della famiglia. La famiglia come luogo privilegiato per la trasmissione della fede, come luogo in cui ritrovare il dialogo con Dio. La famiglia come luogo in cui si preservano i valori, le norme di rispetto, cura e riconoscimento della persona umana. E ancora, è in famiglia che si fonda la fiducia e che si vive la prima esperienza di fraternità, disponendosi alla solidarietà e al dono di sé. Come ha detto oggi il Pontefice, in una famiglia non devono mai mancare tre parole: permesso, scusa e grazie. E’ nella famiglia che si incontrano generi e generazioni e che, riconoscendo la diversità dell’altro, si impara a rispettare le regole codificate e quelle informali.
La famiglia è una risorsa fondamentale, per la persona e per la società ed il matrimonio tra l'uomo e la donna, come ha sottolineato il papa, è “un lungo viaggio che dura tutta la vita, e va superata la cultura del provvisorio che ci taglia la vita a pezzi”.”
“Le ACLI, - conclude Santino Scirè - nel rispetto della propria specificità di associazione di promozione sociale e in continuità con gli obiettivi che in questi anni si sono poste nell’ambito delle politiche per la famiglia, credono profondamente nel ruolo delle famiglie come soggetto promotore di cittadinanza attiva e generativo di innovazione sociale, oltre che di agenzia educativa primaria.
Troppo spesso ci scordiamo di quanto possano essere positivi e solidi i legami e le relazioni familiari che, se aperti al mondo circostante, sono una via basilare per la costruzione di una socialità buona”.
Le Acli in piazza San Pietro alla Giornata per la Famiglia
“L’incontro con Papa Francesco – prosegue Scirè - è un’occasione importante per tornare a riflettere sul valore della famiglia. La famiglia come luogo privilegiato per la trasmissione della fede, come luogo in cui ritrovare il dialogo con Dio. La famiglia come luogo in cui si preservano i valori, le norme di rispetto, cura e riconoscimento della persona umana. E ancora, è in famiglia che si fonda la fiducia e che si vive la prima esperienza di fraternità, disponendosi alla solidarietà e al dono di sé. Come ha detto oggi il Pontefice, in una famiglia non devono mai mancare tre parole: permesso, scusa e grazie. E’ nella famiglia che si incontrano generi e generazioni e che, riconoscendo la diversità dell’altro, si impara a rispettare le regole codificate e quelle informali.
La famiglia è una risorsa fondamentale, per la persona e per la società ed il matrimonio tra l'uomo e la donna, come ha sottolineato il papa, è “un lungo viaggio che dura tutta la vita, e va superata la cultura del provvisorio che ci taglia la vita a pezzi”.”
“Le ACLI, - conclude Santino Scirè - nel rispetto della propria specificità di associazione di promozione sociale e in continuità con gli obiettivi che in questi anni si sono poste nell’ambito delle politiche per la famiglia, credono profondamente nel ruolo delle famiglie come soggetto promotore di cittadinanza attiva e generativo di innovazione sociale, oltre che di agenzia educativa primaria.
Troppo spesso ci scordiamo di quanto possano essere positivi e solidi i legami e le relazioni familiari che, se aperti al mondo circostante, sono una via basilare per la costruzione di una socialità buona”.
Al via il primo corso di Economia civile della Sec
Il 16 Novembre partirà il primo corso avanzato in Economia civile della Scuola di Economia civile Sec, inaugurata il 20 settembre presso il Polo Lionello Bonfanti di Loppiano (Incisa Valdarno – FI). Alla fondazione della Sec hanno contribuito le Acli insieme ad altre sigle impegnate in vari settori dell'associazionismo economico, convinte che alcune risposte all'attuale momento di crisi siano la formazione di operatori economici in grado di fare impresa in maniera "civile" e la diffusione di una cultura che coniughi sostenibilità economica e sociale.
Il corso avanzato in Economia civile si propone di far conoscere ed apprendere ai partecipanti i fondamenti dell'economia civile, al fine di rileggere le proprie esperienze lavorative in chiave interpersonale e cooperativa e consentire l'attivazione e lo sviluppo di pratiche manageriali più efficaci dal punto di vista strategico e relazionale.
Il corso è articolato in 14 incontri che si terranno nel fine settimana, preferibilmente di venerdì. Per la sua formulazione e per le tematiche affrontate, il corso può risultare particolarmente interessante per gli aclisti impegnati nei territori.
Le metodologie didattiche alterneranno momenti frontali di approfondimento teorico a momenti di confronto e di discussione organizzati seguendo una logica formativa finalizzata all'avvio di specifici cambiamenti in cui i partecipanti, guidati dai docenti, evidenzieranno aspetti critici e ipotesi di miglioramento del funzionamento aziendale. Dal punto di vista metodologico il corso assume quindi una configurazione di carattere "seminariale" o di laboratorio di innovazione, nell'ambito del quale attraverso l'analisi di esperienze si cercheranno di elaborare modelli innovativi di gestione.
Per aderire è possibile compilare il modulo di iscrizione e inviarlo via email all’indirizzo segreteria@scuoladieconomiacivile.it; oppure tramite posta ordinaria a “Scuola economia civile” presso Polo Lionello Bonfanti, Loc. Burchio 564, Incisa in Val D’Arno (Fi); o ancora via fax al numero 055.8330444.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Scuola di Economia civile.